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Il “Bosco Incantato”

La Storia del Progetto

Il progetto, provvisoriamente definito con il nome di “Bosco Incantato”, si poneva l’obiettivo di antropizzare artisticamente un terreno boschivo esteso per circa 5000 mq. in una delle più belle leccete pure della Montagnola Senese.

L’ambiente, caratterizzato da variazioni stagionali molto limitate ed il suo orientamento (verso a sud-ovest), avrebbe garantito condizioni di esposizione luminosa adeguate in tutti i periodi dell’anno.

Anche l’accessibilità risultava molto alta, essendo l’appezzamento di terreno distribuito su un dislivello massimo non superiore a circa 20/25 metri tanto da potersi considerare, nella fattispecie, quasi pianeggiante.

L’ipotizzato  intervento di “antropizzazione artistica” avrebbe dovuto essere caratterizzato dalle seguenti fasi :

  1. iniziale rilevazione della morfologia degli elementi naturalmente presenti (massi e piante) che nella loro attuale, e pertanto casuale disposizione, costituiscono la piattaforma di base per la definizione del progetto.
  • studio sulle opportunità morfologiche e cromatiche offerte dagli elementi presenti, al fine di valorizzare gli stessi e senza ricorrere a materiali non autoctoni.
  • riposizionamento degli elementi di cui al punto 2) dalla loro dislocazione attuale, ricollocandoli in forme e posizioni diverse per attribuire un possibile “valore aggiunto artistico”,  ma sotto uno stretto vincolo di tutela e conservazione ambientale.

Perché tutto questo ?

L’uomo-artista con il suo intervento riposiziona in forme inusuali gli elementi naturali di cui dispone nel contesto “bosco” ed attiva così una sinergia tra le risorse ambientali e quelle creative, grazie alla quale il contesto acquisisce un maggiore “valore aggiunto artistico”.

Pertanto l’osservazione da un diverso ed inusuale punto di vista del bosco consente una scoperta progressiva, e per questo sorprendente, di una nuova e superiore bellezza che scaturisce – come suddetto – dalla azione dell’artista quale “modellatore sublime” del territorio su microscala diversa dalla usuale nella quale l’ “uomo-contadino” ha operato nei secoli.

Ci riferiamo alla azione di modellazione del territorio finalizzata alla sola ricerca di un duro e difficile sostentamento pur nel rispetto, come nel caso del nostro territorio toscano, della naturale bellezza dei luoghi.

L’Artista intendva con questo progetto richiamare l’attenzione delle Istituzioni su un “vuoto operativo” – peraltro assolutamente comprensibile – del governo estetico del territorio, i cui strumenti sono stati, ad oggi soltanto e sostanzialmente, i Piani Regolatori ed il corpo di leggi ambientali finalizzate alla tutela dell’esistente, talvolta anche con scarsi risultati.

La proposta voleva essere un tentativo sperimentale e stimolante di risposta al predetto vuoto, cercando – altresì – di dare una risposta alla necessità di un “arredo rurale” quale concetto nuovo e non contrapposto, bensì pienamente armonizzato, con quello di “arredo urbano” .

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